Bancomat, in arrivo la multa da 30 euro (in su) per i negozianti che non accettano il Pos - Corriere della Sera

Più di 30 euro di multa per il negoziante che non accetta pagamenti con bancomat o carte di credito. Un emendamento parlamentare al decreto Recovery approvato dalla Commissione Bilancio della Camera potrebbe riuscire laddove il governo Conte aveva fallito due anni fa. Riformulato dai relatori in base alle proposte di Stefano Fassina (Leu) e Rebecca Frassini (Lega), l’emedamento si rivolge non solo agli esercenti, ma anche ai professionisti che rifiutano i pagamenti elettronici. La data di partenza prevista è il 1° gennaio 2022 e la multa, come detto, partirà da 30 euro, ai quali si aggiunge il 4% del valore del prodotto o del servizio acquistato.

L’obbligo esisteva, la multa mai applicata

In realtà, l’obbligo per negozianti e fornitori di servizi di accettare i pagamenti con il Pos esiste da anni, ma la multa per chi non si adegua non era mai entrata in vigore. La stessa norma, infatti, era già stata inserita nel decreto fiscale collegato alla manovra del 2020, ma era stata stralciata nel corso dell’iter parlamentare del provvedimento. Con il primo gennaio 2022 le cose potrebbero cambiare. L’emendamento specifica anche che l’obbligo di accettazione dei pagamenti elettronici è assolto quando l’esercente dà la possibilità di pagare con almeno una tipologia di carta di debito e almeno una tipologia di carta di credito. Per quanto riguarda, poi, l’applicazione dell’obbligatorietà e la conseguente multa per chi la infrange, l’emendamento rinvia alle norme generali sulle sanzioni amministrative. In soldoni, i controlli e l’accertamento della violazione sarebbe affidato alla polizia municipale e ad altre forze dell’ordine.

Le nuove commissioni per i prelievi

Ma i cambiamenti in vista per bancomat e carte di credito potrebbero non finire qua. Entro la fine dell’anno, dovrebbe arrivare il parere dell’Antitrust sulle nuove commissioni interbancarie e sui costi per i consumatori. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva avviato un’istruttoria esattamente un anno fa nei confronti di Bancomat Spa, partendo da una comunicazione inviata all’Autorità dallo stesso circuito, in cui si progettava di superare l’attuale meccanismo che prevede che il costo del prelievo per l’utente dipenda da chi ha emesso la carta e l’istituto proprietario dello sportello, nel caso sia diverso dalla banca che ha emesso la carta, venga remunerato da una commissione fissa, per passare a una commissione decisa dal proprietario dello sportello (che non potrà comunque superare il costo di 1,50 euro). Sarebbe un rovesciamento totale di modello. Improntato alla concorrenza e alla trasparenza (finora spesso disattesa) sulle commissioni applicate dalle banche per i prelievi di denaro agli Atm, ma che comunque non diventerebbe attivo prima di un anno dal parete positivo dell’Autorità. Dunque, non se parla prima del 2023.

Il rischio aumento costi per i clienti

Resta difficile dire se per i clienti ci sarà o meno un aumento dei costi (tutto dipenderà dalle decisioni delle banche). Di certo però questo cambiamento porterebbe con sé un aspetto positivo, come ha spiegato Alessandro Zollo, al vertice di Bancomat Spa, la società di proprietà dei principali istituti di credito che gestisce i circuiti Bancomat e Pagobancomat: permettere «di rendere per le banche più remunerativo la gestione degli Atm evitandone la chiusura come sta avvenendo in molti piccoli comuni». Il costo infatti viene assorbito principalmente dalla banca che eroga il servizio di prelievo e si tratta di un balzello tra i 70 e i 90 centesimi per ogni transazione, che non viene compensato dalla commissione interbancaria di 49 centesimi. Per Zollo, insomma, con il sistema attuale ci perdono tutti: «il cliente che preleva da altra banca e non sa qual è la commissione applicata, e la banca perché non riesce a remunerare quel servizio».

L’esultanza del Codacons

Esulta intanto il Codacons per quella che definisce una sua «battaglia storica». Il presidente Carlo Rienzi ha ricordato come «già a partire dal 2014, grazie al decreto legge numero 179/2012 del Governo Monti, era stato introdotto in Italia l’obbligo per negozianti e professionisti di accettare i pagamenti con Pos, misura poi confermata ed estesa a partire dall’1° luglio 2020 dal decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio (n. 124/2019). Nessuna delle due norme, tuttavia, aveva introdotto sanzioni per gli esercenti che rifiutavano pagamenti con carte e bancomat». Questo ha portato, secondo Rienzi, «a una situazione paradossale in cui ancora oggi numerosi negozianti in tutta Italia, pur possedendo il Pos, impediscono ai clienti di pagare con moneta elettronica, consapevoli che non andranno incontro ad alcuna multa».

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