Attacco hacker all’Agenzia delle entrate, Lockbit: «Riscatto o pubblicheremo i dati» - Corriere Roma

La polizia postale e i tecnici informatici dell’Agenzia hanno subito aperto un’inchiesta: si ipotizza sia stato violato il profilo di un utente. Anche il comunicato apparso nel dark web è stato segnalato alla Procura di Roma

Potrebbero essere stati sottratti circa 78 giga di dati: un attaco hacker è stato sferrato all’Agenzia delle entrate. La polizia postale e i tecnici informatici dell’Agenzia hanno aperto subito un’inchiesta, al termine della quale sarà inviata una informativa all’autorità giudiziaria. Anche il comunicato apparso nel dark web è stato segnalato alla Procura di Roma.

Dai primi accertamenti effettuati sembra che l’attacco hacker sarebbe stato condotto violando il profilo di un utente. Secondo gli esperti informatici e i tecnici della Postale — anche se le verifiche sono ancora in corso — gli hacker di Lockbit hanno pubblicato una serie di screenshot relativi all’attacco ed è analizzando quelli e la tipologia di materiale che sarebbe stato sottratto, che ipotizzano che sia stato «bucato» il profilo di un utente e non l’Agenzia delle Entrate.

La rivendicazione è apparsa stamattina in rete: Lockbit ha annunciato di aver rubato dati e ha chiesto un riscatto. L’ultimatum scade tra cinque giorni. Se entro quel termine non verrà pagato il riscatto — è la minaccia — i documenti sottratti - tra i quali rapporti finanziari e contratti - saranno pubblicati. Al momento l’Agenzia delle entrate comunica di «non sapere nulla e di aver chiesto a Sogei verifiche, visto che Sogei si occupa della sicurezza della rete. Escludiamo che possano essere stati sottratti dati fiscali». In realtà i controlli sono tuttora in corso proprio per accertare che tipo di informazioni siano state «esfiltrate» in seguito all’incursione informatica.

LockBit è un gruppo di hacker che opera a livello mondiale nelle attività di «ransomware». «È la conferma - dice il Ceo di Swascan, piattaforma di cyber security, Pierguido Iezzi - del triste primato guadagnato da LockBit, divenuta nell’ultimo trimestre di gran lunga la cybergang più attiva a livello mondiale nelle attività di ransomware (un programma informatico dannoso, ndr), con oltre 200 attacchi messi a segno tra aprile e giugno». «Il ransomware - prosegue - continua a essere la principale arma dei criminal hacker e, di conseguenza, il principale pericolo per aziende pubbliche e private».

25 luglio 2022 (modifica il 25 luglio 2022 | 16:04)

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