Caro bollette, la mazzata è già arrivata: dal caffè alla pizza, passando dai primi, ecco la mappa dei rincari - ilgazzettino.it

Cinquanta centesimi qua, cinquanta centesimi là. Un consumatore disattento quasi non se ne accorge. Prende gli spiccioli dalla tasca, paga e se ne va. Ma l’aumento c’è, molto più generalizzato di quanto si pensi. Un caffè, il piatto di pasta, la birra e il bicchiere di vino. E se fino a ieri le bollette “impazzite” erano roba da commercianti imbufaliti, adesso il conto si ribalta sul consumatore. E sulle abitudini più radicate di ognuno. 


Caro bollette, aumentano i prezzi


Le bollette (non fa quasi più notizia), sono schizzate verso l’alto. I ristoranti di Pordenone sono alle prese con dei conti da pagare praticamente doppi se non tripli rispetto a quelli dell’anno scorso. Stesso periodo. Gas, ma anche elettricità. E ancora prima della “mazzata” d’autunno ecco i primi aumenti. Anzi, l’allarme più rumoroso arriva da chi i ristoranti li rappresenta, cioè Pier Dal Mas della Fipe ristoratori. L’incubo, infatti, è rappresentato non tanto dagli aumenti di adesso, quanto da una necessità - riscontrata dai gestori dei locali - di ritoccare i listini non una tantum, ma per tutto l’inverno. «Il problema - spiega - non saranno tanto i ritocchi attuali. Io stesso (La Primula, stellato di San Quirino, ndr) ho adeguato i listini passando - per un primo - da 20 a 22 euro. Ci vedremo costretti a rialzare i prezzi a livello mensile, procedendo per piccoli passi. È inevitabile modificare i listini. O così, o si chiude». L’incubo dei ritocchi mensili all’orizzonte, quindi. E non solo di un “piccolo” adeguamento. 


Costi su, sale anche il conto al ristorante


Non serve aspettare ottobre. Tra Pordenone e Udine gli aumenti ci sono già. Pranzare o cenare costa di più. Si parte ad esempio dalla pizza. La farcita, ad esempio, in regione si trova in media a un euro in più rispetto a quanto avveniva all’inizio dell’estate. «Noi - racconta Carlo Nappo, ristoratore pordenonese - abbiamo scelto di aumentare il costo di 50 centesimi. Ma si tratta di una misura ancora non sufficiente a coprire i costi che abbiamo». «Ho una bolletta da 4mila euro, cosa dovrei fare?», spiega Simone dell’Ovest, e siamo sempre a Pordenone. C osì il caffè è passato da un euro e trenta a un euro e cinquanta centesimi. «Non farò lo “strozzino” - prosegue - e aumenterò solo di 50 centesimi laddove i costi sono cresciuti alla fonte». 

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Bollette gas ed elettricità alle stelle


Un esempio su tutti. Al di là della stangata relativa al gas e all’elettricità, i fornitori delle materie prime alimentari hanno praticato già tre o quattro rincari dall’inizio dell’anno, quando in passato - secondo i ristoratori - questa dinamica si verificava una volta l’anno o anche a livello biennale. «Già a febbraio - spiega ancora Sabrina Gardonio del bar Pecora Nera a Pordenone - abbiamo praticato il primo adeguamento al listino. Ora ci troviamo di fronte all’aumento vertiginoso dei prezzi praticati dai nostri fornitori. Non abbiamo francamente molte alternative e non possiamo sempre rimetterci di tasca nostra». Ci si sposta poi da Cico, in via San Giorgio. «Noi ristoratori - spiega il titolare - dobbiamo stare attenti. Non possiamo aumentare i prezzi a dismisura. Io ho ritoccato i listini di cinquanta centesimi. L’equilibrio è purtroppo molto sottile, perché rischiamo di perdere la nostra clientela e di lavorare di meno. Per pagarci davvero le bollette dovremmo aumentare i prezzi del 20 per cento. Sarebbe impossibile». Un’opinione condivisa: per “rifarsi” della stangata, bisognerebbe rendere di fatto “impossibile” una cena al ristorante. Roba da ricchi.

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